Oggi è il turno per le notizie più dettagliate del Bounty - 1628 (n.7 di 26), il settimo fra i modelli donati al "Museo del Mare" dell'Istituto Tecnico Grimaldi-Pacioli di Catanzaro Lido, in via Sebenico 39.
Sul Bounty (in particolare sullle vicende relative all'ammutinamento del suo equipaggio, avvenuto il 28 aprile del 1789) esiste una vasta produzione di racconti e pellicole cinematografiche.
Grazie alle esplorazioni di James Cook e alle conoscenze ottenute dalle sue descrizioni delle isole del Pacifico, in particolare della Polinesia, la Società dei mercanti delle indie occidentali (Royal Society) decise di creare delle "coltivazioni" di albero del pane in Giamaica. Ciò avrebbe permesso di avere a disposizione grandi quantità di cibo a bassissimo costo, per nutrire gli schiavi prelevati in Africa e condotti sull'isola. Il traffico negriero era una delle attività più floride e trainanti dell'intera economia coloniale nei Caraibi. Nel 1787 fu acquistato il Bethia - un mercantile - che fu subito riadattato per poter trasportare circa 300 piantine dell'albero del pane. Alla fine delle operazioni di raddobbo l'imbarcazione, armata per il trasporto mercantile, fu rivattezzato Bounty.
Il 23 dicembre del 1787 il Bounty, al comando di William Bligh, salpò da Spithead per raggiungere Tahiti doppiando Capo Born. Dopo aver raccolto le piantine dell'albero del pane, avrebbe fovuto raggiungere la Giamaica passando per il Capo di Buona Speranza. Pochi giorni dopo che la nave era salpata con il carico, parte dell'equipaggio si ammutinò impossessandosi del veliero: il Bounty non lasciò più l'arcipelago di Tahiti.
L'Ammutinamento del Bounty
Passata da poco la mezzanotte del 28 aprile, meno di un mese dopo aver lasciato tahiti, Fletcher Chrisian, il master'mate (secondo ufficiale di comando), con l'aiuto di pochissimi uomini e delle armi mise agli arresti il caitano Bligh. Questi, con altri diciannove uomini romastigli fedeli, fu imbarcato sulla Bounty Launch con scarsi viveri e abbandonato in mare. Sembra che l'idea iniziale fosse quell di dare loro il cutter, un'altra imbarcazione di servizio imbarcata sul Bounty, ma alcuni degli ammutinati si opposero poichè era in pessime condizioni - il fondo marcio della barca sarebbe stata una condanna a morte senza appello per Bligh e i suoi. Questa "premura" permise loro di salvarsi.
William Bligh e gli altri furono lasciati in mare nella lancia, con pochi giorni di razioni, 4 coltellacci, una bussola e un orologio da tasca, niente carte né sestante. Con queste ridottissime risorse Bligh riuscì incredibilmente a raggiungere la colonia olandese di Timor, coprendo cioè 3.618 miglia nautiche (6.700 km) in 47 giorni, un record ancora imbattuto. Bligh morì a Londra nel 1817.
- I resti del Bounty stanno ovviamente in "Bounty Bay". Il veliero fu deliberatamente dato alle fiamme dagli ammutinati. Dal tempo che giace sul fondo è stato "ripulito" a più riprese dai sommozzatori ma da ancora emozione il vedere quel poco che è rimasto del vascello che fu di "Captain Bligh".
- L'ancora' del Bounty fa bella mostra di sè nella piazza di Adamstown dove si trovano tutti i principali edifici: gli uffici amministrativi, la biblioteca, l'ufficio postale e la chiesa Avventista del 7° giorno.
- Il nuovo museo di Adamstown contiene oggetti del Bounty tra cui la bibbia di Fletcher Christian e stampe varie oltre ad alcuni numeri di National Geographic dedicati alle isole. Si pensa di esporre nell'edificio uno dei cannoni del veliero.